I disturbi alimentari sono malattie che si modificano
continuamente e richiedono interventi terapeutici in grado di aggiornarsi continuamente.
Dal 1993, presso il Centro di terapia
strategica di Arezzo ebbe inizio un progetto di ricerca per lo studio dei
disordini alimentari.
Una metodologia nota come ricerca-intervento usata anche per
la ricerca di disturbi fobico- ossessivi ha permesso di ottenere due risultati
importanti. In primis una serie di protocolli di trattamenti che si sono
dimostrati efficaci ed efficienti e allo stesso tempo ha permesso di conoscere
la realtà dei disordini alimentari per risolverli.
Da queste ricerche è emerso che gli attuali disturbi
alimentari sono diversi da quelli previsti in maniera convenzionale. Quindi
oltre alle due patologie – Anoressia Nervosa e Bulimia Nervosa – si è delineato
un terzo tipo di disturbo alimentare ( Sindrome da Vomiting o Vomito). Esso
viene inteso come un disturbo che porta a mangiare e vomitare più volte al
giorno e viene inteso dalla letteratura come una variante di Anoressia e
Bulimia. In realtà da una analisi empirica viene definita come una patologia
autonoma slegata e diversa sotto molti aspetti dall’Anoressia e Bulimia. Sembra
un avanzamento tecnologico dei disordini alimentari. Sostanzialmente la
differenza principale è che mentre una persona bulimica trova piacere a
mangiare in maniera irrefrenabile e il ciclo mangiare-vomitare rappresenta una tentata soluzione chi è affetto da
vomiting impara ad associare piacere all’intero ciclo desiderio – preparazione –
abbuffata – vomito. Il vomito
rappresenta inizialmente una tentata soluzione tuttavia la sequenza del
mangiare e vomitare si trasforma in un piacevole rituale. Il problema non è più
il controllo del peso, ma il controllo di questa compulsione al piacere. Quindi
mangiare e vomitare diventa il problema,
una compulsione in cui non si riesce a mettere fine. Nella loro ricerca e
sperimentazione sono emersi diversi tipi
di vomitatrici, che richiedono diversi tipi di interventi e correzioni. Sono
state definite in maniera ironica tre tipi di categorie:
1.
Trasgressive inconsapevoli
2.
Trasgressive consapevoli ma pentite
3.
Trasgressive consapevoli e compiaciute
Le trasgressive inconsapevoli sono ragazze giovani, che non
si sono accorte del ciclo rituale del mangiare e vomitare . In questo caso si
applicano degli interventi correttivi finalizzati a considerare che quello che
sta facendo è una sorta di perversione sessuale.
Nella seconda categoria delle trasgressive consapevoli ma
pentite, sono ragazze che si sono rese conto della perversione del cibo e vogliono cercare di smettere e quindi
sono più propense alla collaborazione.Le ragazze cercano la soluzione nel
ridurre di controllare le abbuffate o il vomito, con l’effetto di aumentare il
desiderio. Per evitare questo si utilizza la tecnica dell’intervallo che serve
per limitare il desiderio di piacevolezza.
Come funziona? Si chiede alla
ragazza di evitare di controllare il proprio desiderio di abbuffarsi, ma di inserire un intervallo di mezz'ora tra la fine dell'abbuffata e la scarica del vomito, senza
ingerire altro durante l'intervallo. Se la ragazza accetta
quest ordine, nel corso delle sedute successive si aumenta l’intervallo a due
ore, fino a quando arrivati a tre ore smette di vomitare.
Nella terza e ultima categoria rientrano le ragazze trasgressive
consapevoli e compiaciute. Sono ragazze consapevoli
del piacere, nel rapporto tra mangiare e vomitare. In questo caso il
terapeuta accompagna il paziente nella costruzione dell’abbuffata perfetta. Il
terapeuta insegna al paziente a selezionare il piacere portando come risultato
una diminuzione della frequenza del rituale.